Sì, assolutamente! …non c’è dubbio, e non ci sarà modo di evitarlo, anche per i più nostalgici e tradizionalisti non ci sarà scampo, l’elettrico, prima o poi, verrà a insinuarsi nel mondo delle due ruote.
Il primo scooter ibrido (benzina/elettrico)
Honda ha presentato il primo scooter ibrido – Honda PCX Hybrid – che sarà inizialmente riservato al mercato giapponese, 125 cc di cilindrata, la parte elettrica gestirà le basse velocità per poi dare spazio al motore endotermico.
130Kg, 125cc e un serbatoio di 8 litri. Alimentato da una batteria agli ioni di litio ad alto rendimento. La propulsione elettrica sarà dedicata alla partenza e ai bassissimi regimi. La propulsione elettrica lascia quindi il passo al motore a combustione. Si prevedono vendite (inizialmente solo in Giappone) per 2.000 unità all’anno.
Ora potremmo sicuramente andare avanti elencando dati tecnici e mostrando prospettive piuttosto scontate, sostenendo ad esempio che l’elettrico rivoluzionerà i trasporti e si prenderà cura del nostro caro ambiente, ma sarebbe sicuramente qualcosa che tutti possono leggere in qualunque articolo delle maggiori testate.
Non serve arrivare a Tokyo per scoprire che il futuro vedrà l’impiego di tecnologie così dette “pulite” a favore di combustioni primordiali. Noi però vogliamo alleggerire la discussione e metterci un po’ nei panni del nostro amico motociclista, che per una buona percentuale di loro, non sta lì a pensare quanto sia giusto ed “eco” infilare una batteria elettrica fra i risicati spazi della sua moto, piuttosto si chiede che razza di rombo farà la sua Harley Davidson quando, accendendola, farà friggere i circuiti stampati che invieranno fasci di elettroni dalla batteria alle ruote che dovranno battere l’asfalto di chissà quale memorabile viaggio stile “coast to coast”.
Dal punto di vista del motociclista un po’ Easy Rider
Ancora una volta, lasciando da parte per un momento la serietà delle valutazioni su ambiente ed energia che, neanche a dirlo, ci trovano tutti d’accordo (almeno sulla carta), ci prendiamo la libertà di ricordare chi è il motociclista, soprattutto che una delle sue più simpatiche e apprezzabili caratteristiche è la tamarraggine (sempre in senso buono!) e lo facciamo attraverso l’immaginario descritto dalla cinematografia degli ultimi cinquant’anni.
Il motociclista è, come abbiamo precedentemente e simpaticamente sottolineato, è un moto-tamarro!
Da Easy Rider a Black rain, passando di decade in decade, in gruppi o singolo, da Top Gun a Mission Impossible, il motociclista è stato sempre rappresentato fico e un po’ tamarro: vestito di jeans e pelle, indossa occhiali da sole anche quando dorme e sogna viaggi attraverso gli stati americani come nel più tradizionale dei coast to coast e non gli piace che la sua moto non puzzi di benzina e che sgasando non squarci lo spazio-tempo con un rompo da diluvio universale e di elettrico gli basta il cellulare che se potesse, convertirebbe a benzina anche quello per farlo tuonare!
Questo motociclista ha tentato (a volte anche con l’aiuto della terapia) di immaginare di cambiare il suo rombo della sua moto con uno elettrico ma, alla fine, non ce l’ha fatta. Il nostro amico motociclista DOP, perciò, ha puntato i piedi e ha preteso il suo vecchio motore fatto di cilindri e tempi, l’amato motore del suo bolide a due ruote con rombo incluso e garantito.
La moto elettrica, invece, ci fa tornare in mente, per certi versi, le moto di Tron, ricordate? Film Disney che nel Natale del 1982 ci regalò per la prima volta la fantasia di una propulsione silenziosa e fantascientifica che lasciava spazio anche alla fantasia della fluttuazione. Poi, qualche anno dopo sulle maggiori riviste di moto (ricordiamo sicuramente su Motociclismo) e motori venne mostrato il prototipo “Morph” al salone di Tokyo, una moto in grado di modificare il suo assetto nei vari regimi di guida, che però rimase un prototipo e non divenne nulla di più del sogno che rappresentava.
Scooter (e scherzi) a parte: problemi di spazio, che ne sarà di linea e design con l’elettrico?
Ora lasciamo per un attimo le fantasie del moto-tamarro e cerchiamo di pensarla in modo pratico. Ad esempio, dove la mettiamo la batteria nella moto elettrica? La moto, a differenza dell’auto, è grande design in piccolo spazio e, sapendo di non poter rinunciare al serbatoio (almeno per ora), dovremmo trovare il modo di trasformare la struttura in una grande batteria elettrica salvaguardando la linea. Serbatoio e batteria? Abbiamo sufficiente spazio per avere poi anche sella e sotto-sella in soli 2 metri di lunghezza per 40 centimetri di larghezza?
Per ora, quindi, possiamo sicuramente sostenere che le energie pulite ci attraggono perché sempre di più, giorno dopo giorno, ci rendiamo conto di come la tecnologia può darci piacere e restituire salute alla nostra vita ma ci rendiamo anche conto che, a meno di rivoluzionarie scoperte nel contesto tecnologico, per ora l’elettricità (e quindi l’ibrido) potranno essere integrate, con valore di propulsione, solo in piccoli mezzi ed in modo molto circoscritto ad azioni elementari.
La motocicletta resta per ora un mezzo fortemente legato alla meccanica e per certi versi alla tradizione forse perché lo status in cui si trova garantisce un ragionevole livello di sicurezza e stabilità senza compromettere la linea ed il design, che poi è quello che il motociclista vuole.