Il 17 maggio 2019 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto sui dispositivi stradali di Sicurezza per motociclisti. Vediamo insieme cosa prevede, e quali novità introduce.
La sicurezza prima di tutto
Quando si tratta di viaggiare sicuri, che sia su due ruote che in auto, la sicurezza viene prima di qualsiasi altra cosa. Sicuramente i primi accorgimenti devono essere presi prima di metterti in viaggio. Devi avere una perfetta condizione fisica ed indossare tutte le protezioni del caso, senza dimenticare di preparare un kit sicurezza moto. Senza mai sottovalutare che, quando viaggi su due ruote, sono due i “dettagli” fondamentali che possono salvarti la vita.
Il primo è mantenere una velocità nei limiti che ti permetta di gestire ogni tipo d’imprevisto. Il secondo è rispettare la distanza di sicurezza, per avere uno spazio di frenata adeguato. Dedicare del tempo per prepararti adeguatamente e rinunciare ad un po’ di divertimento in nome della sicurezza sono scelte che forse sul momento potrai non apprezzare, ma nel caso di un incedente potranno fare veramente a differenza.
Una triste statistica
A quanto pare tra il 2016 ed il 2017 (dati ACI-Istat) gli incidenti su due ruote sono aumentati del 3%, le vittime del 12.2% ed i feriti del 5.2%. Dati sicuramente allarmanti, soprattuto se si tiene in considerazione il fatto che sempre più spesso i sinistri sono stati causati da infrastrutture inadeguate. Da ciò nasce l’esigenza di predisporre dei dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti così da contenere le conseguenze in caso di incidente, quali che siano le cause.
I dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti
Il “salva motociclisti” è un decreto in cantiere da almeno dieci anni, e finalmente è stato approvato. Ma esattamente cosa prevede questo testo? Il punto fondamentale è quello che riguarda i dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti – DSM. Si tratta di sistemi che dovranno essere montati su tutti i guardrail, installati o da installare lungo il ciglio esterno della carreggiata, sia su strade urbane che extraurbane. Andranno nella parte bassa della protezione ed hanno una superficie continua sia in senso orizzontale che verticale, per un’altezza minima di 80 cm. I punti in cui saranno obbligatori sono:
- le curve con un raggio inferiore a 250 metri;
- intersezioni in cui si sono verificati almeno cinque incidenti con motoveicoli e ciclomotori coinvolti, con morti e/o feriti negli ultimi tre anni.
In questo modo, in tutti gli urti contro i guardrail (che con quelli contro gli altri dispositivi fissi, rappresentano circa l’8% del totale) non dovrebbero più verificarsi i casi in cui la testa del centauro finisce tra le barriere di sicurezza.
Le criticità del decreto
Come spesso accade, gli esperi in materia hanno da subito analizzato e stilato un elenco di criticità relative a questa disposizione, che potrebbero comprometterne l’effettiva efficacia. Ecco quali sono:
- In caso di opere con procedure di appalto in corso e per quelle il cui progetto definitivo è stato approvato prima dell’entrata in vigore del decreto, il decreto non sarà effettivo.
- Le barriere continue non avranno DSM nonostante possano comunque comportare un impatto gravissimo per il motociclista.
- L’istallazione può essere derogata, qualora l’ente proprietario o concessionario della strada testimoni che tecnicamente impediscono il corretto svolgimento di obblighi di manutenzione, come ad esempio la pulizia della segnaletica.
- I DMS possono essere montati solamente su guardrail che rispettano determinati requisiti. Il che comporta ingenti spese di verifica e/o sostituzione delle barriere.
- I progettisti possono rinunciare ai DSM motivando la scelta, ad esempio, alla luce del fatto che la strada in oggetto è percorsa da pochi motociclisti.
In linea generale, comunque, esser riusciti ad approvare il decreto dopo così tanti anni è sicuramente un successo. Lasciando passare il giusto tempo per l’adeguamento di tutta la rete stradale, mettersi in viaggio in moto sarà sicuramente più sicuro di quanto non lo sia stato finora. Ovviamente i provvedimenti da prendere saranno ancora molti, ma ci auguriamo che questo sia solo l’inizio.