Il progetto Vision Zero è un progetto globale per la sicurezza stradale, nato con l’obiettivo a lungo termine di eliminare completamente tutti i decessi e gli infortuni gravi sulle reti stradali. A livello dell’Unione Europea, c’è l’ambizione di ridurre a zero il tasso di vittime e feriti gravi entro il 2050.
Vision Zero nasce nel 1997 in Svezia
L’idea di Vision Zero ha avuto origine in Svezia verso la metà degli anni ’90. Il parlamento svedese è stato il primo organo legislativo a ufficialmente approvare e sostenere questa concezione nel 1997. Da quel momento, si è registrato un notevole calo del numero annuale di vittime sulle strade svedesi, passando da 61 per milione nel 1997 a 27 per milione nel 2013.
Il progetto dell’UE per la Sicurezza Stradale
A livello europeo, il Parlamento Europeo ha approvato il quadro strategico UE per la sicurezza stradale. L’UE, quindi, mira a ridurre del 50% i decessi stradali e, per la prima volta, anche i feriti gravi entro il 2030, per raggiungere l’obiettivo di zero morti (Vision Zero, appunto) sulle strade entro il 2050. Queste misure comprendono limiti di velocità di sicurezza, tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza e un potenziamento delle infrastrutture e delle tecnologie di sicurezza veicolare. Gli Stati membri sono anche invitati a creare fondi nazionali per la sicurezza stradale e a redistribuire i proventi delle multe a favore della sicurezza stradale.
Coinvolgimento Attivo per un Futuro Sicuro
L’obiettivo 2050 dell’UE rappresenta uno stimolo significativo per l’industria dei motori, affinché continui a migliorare la sicurezza attraverso l’innovazione tecnologica. Le istituzioni devono sottolineare l’importanza di una guida attenta e prudente, mentre i cittadini possono contribuire attivamente segnalando pericoli stradali non protetti. In definitiva quando si parla di sicurezza stradale si fa riferimento a una responsabilità condivisa che coinvolge aziende, istituzioni e cittadini per garantire un futuro sicuro sulle strade.
Sicurezza stradale in Italia: costi e impatto sociale
La sicurezza stradale rappresenta un elemento cruciale in ogni Paese: una sua inefficienza, infatti, può generare costi economici e sociali elevati, spesso trascurati. Nel 2021, secondo i dati elaborati da ACI e Istat, le vittime di incidenti stradali in Italia sono state 2.875, con una media di 8 al giorno. Questo dato ha registrato una crescita rispetto al 2020, segnato dai lockdown, ma inferiore rispetto al 2019. Il costo sociale nel 2021 è stato di 16,4 miliardi di euro, pari allo 0,9% del Pil nazionale. Le strade urbane rappresentano il 73,1% delle incidentalità, mentre le tratte extraurbane concentrano il 47,5% delle vittime, e le autostrade l’8,6% dei decessi.
(Fonte: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2022/10/03/sicurezza-stradale-ue/?refresh_ce=1)
Riduzione delle Vittime in Italia e Obiettivi Futuri
Per l’Italia, il decennio 2010-2020 si è concluso con una riduzione del 42% delle vittime, mentre l’Europa nel complesso ha registrato una diminuzione del 36%. L’Italia si attesta su 48 vittime/milione, superando la media europea di 44 decessi per milione.
Sicurezza passiva
Oltre alle cause comuni come eccesso di velocità, distrazione e mancanza di precedenza, anche gli ostacoli fissi (alberi, piloni, biforcazioni e parti terminali di guardrail) possono causare gravi lesioni in caso di incidenti. La sicurezza stradale passiva include tutti quei dispositivi e i sistemi di sicurezza che hanno lo scopo di diminuire le conseguenze negative dell’incidente. In particolare, hanno il compito di assorbire l’energia cinetica posseduta dai corpi degli occupanti il veicolo, in modo che essi non urtino – o urtino a velocità inferiore – contro le strutture del veicolo o contro il suolo. Spesso gli ostacoli fissi non sono adeguatamente protetti, con terminali mancanti o elementi di plastica inefficaci. La presenza e la qualità di dispositivi di sicurezza passiva anche sugli ostacoli fossi possono fare la differenza nel prevenire risvolti sociali ed economici cruciali.