La tuta antipioggia è un elemento fondamentale del kit di sopravvivenza del motociclista. Non parliamo di chi salta in moto due volte all’anno per fare il giro della città, parliamo di appassionati che, per piacere e/o per necessità, saltano in sella ogni giorno, può essere per recarsi al lavoro, per evitare gli ingorghi del traffico o anche solo per semplice amore della guida e della loro moto.
La tuta è, e sempre sarà, un elemento che viene sottovalutato almeno fino alle prima volta in cui ci troviamo ad affrontare quel diluvio che ci insegna in che modo incontrovertibile non si può sfuggire all’acqua, quando si è in moto e piove, e di come ci si possa ritrovare bagnati come pulcini in men che non si dica. Da quel momento in poi si vive la propria moto con una chiarezza indiscutibile sull’importanza vitale della tuta antipioggia e si è quindi disposti a fargli spazio nel kit, e di spazio ne occupa!
La tuta può essere un solo pezzo o in due pezzi ma, negli ultimi anni, sia per praticità che per comodità, le tute in un solo pezzo sono andate via via sparendo per lasciare spazio ad ottime soluzioni in due pezzi. Perché ottime soluzioni? Perché la tuta non ha compromessi, o si tratta di un prodotto altamente performante e di qualità o si tratta di un inutile spreco di denaro. È quindi fondamentale considerare un minimo investimento per un elemento insostituibile del nostro kit quando ci mettiamo in sella.
Benché si possa credere che la due pezzi possa presentare l’inconveniente di avere una spezzatura a metà della corsa dell’acqua lungo il nostro corpo e verso il basso, le comodità della due pezzi sono sicuramente maggiori, prima fra tutti quella di poter rapidamente indossare solo il pantalone o solo la giacca. Ricordate che, se la tuta è di ottima fattura e viene indossata correttamente, la preoccupazione per la sua impermeabilità al taglio fra il sopra ed il sotto è del tutto inutile. Sono altri i punti di possibile flessione della sua efficacia
Efficacia della tuta antipioggia da moto
I polsi
La posizione in moto, la velocità di crociera e altri fattori minori, fanno sì che la direzione dell’acqua che cade non sia ovviamente esattamente perpendicolare al suolo e, non trascurabile, l’acqua che si è già posata su di noi e sulla nostra moto tende a scorrere non solo verso il basso per la gravità, ma anche nel senso opposto alla nostra direzione di guida per l’accelerazione e l’inerzia. Questo ci porta a considerare la pericolosità di una vestizione non adeguata in zona mani/polsi.
Innanzitutto i guanti devono essere impermeabili ed estremamente lunghi nella loro coda che copre polsi e parte dell’avambraccio. Consideriamo un valore aggiunta dei copri-guanti, solitamente più lunghi ed estremamente leggeri ma anche particolarmente fastidiosi perché contribuiscono a far decrescere sensibilmente la nostra capacità di sentire attraverso il tatto le manopole del manubrio, le leve ed i comandi da gestire con le dita.
Una vestizione non adeguata consentirà all’acqua di correre dalle dita alla mano per arrivare nella zona del polso dove questa riuscirà ad intrufolarsi sotto le vestizioni ed inizierà a correre su per le braccia bagnando tutto quello che incontrerà. Bella sensazione eh? Niente male, decisamente da evitare seguendo tutte le indicazioni di poco sopra.
Le caviglie
Siamo al sicuro con una vestizione che copra abbondantemente gli stivali? Non è detto. Stiamo considerando probabilmente solo l’acqua della pioggia che cade dall’alto verso il basso e, quando pensiamo al momento in cui questa raggiunge il limite del pantalone, la immaginiamo saltare dal pantalone allo stivale e continuare verso il basso fino a perderla sotto le suole. Sbagliato. Non stiamo considerando l’acqua che si alza dal terreno per effetto della nostra guida e che quindi ha un movimento dal basso verso l’alto e che, se il pantalone è troppo ampio, può infilarsi fra stivale e pantalone e raggiungere la parte vulnerabile della nostra caviglia o della gamba andando a bagnarla e permettendo, poi, col trascorrere di qualche minuto, di allagare gli stivali, che, ricordiamo, essendo isolanti, non smaltiranno né acqua né umidità.
Il collo
Siamo al momento più delicato, quello in cui le acque della tempesta che stiamo affrontando lasciano il casco alla volta della tuta. Non tutte le goccioline sono tanto coraggiose da riuscire a fare questo salto. Molte preferiscono scorrere lungo il casco per poi scivolare sul collo e, qualora trovano un punto di accesso, stati sicuri che lo percorreranno per trovarsi al caldo sotto la tuta. Da quella posizione, vi garantiamo, saranno in grado di raggiungere in un attimo il cavallo ed allora sì che è finita. Meglio fermarsi e rinunciare al motociclismo in genere perché avremo capito cosa significa avere il bagnato e l’umidità sotto la tuta, specialmente se davanti abbiamo ancora un ritorno a casa che non è fatto di minuti ma di mezz’ore!
Tuta antipioggia: non solo i due pezzi
Eccoci quindi al momento in cui innalziamo il valore della tuta. Se la tuta è di buona qualità non è improbabile, quindi, che insieme ai due pezzi, sotto e sopra, pantalone e giacca, possiamo trovare nel kit anche il rivestimento per i guanti, per gli stivali e un rinforzo per il collo. Qualora questi non fossero presenti non è detto che la tuta non sia di ottima qualità, dovremo solo armarci di un pizzico di coraggio in più e completare gli acquisti aggiungendo questi elementi importantissimi per completare la vestizione.
Materiali per le tute antipioggia da moto
Il concetto di materiale è strettamente legato ad impermeabilità e peso, questi sono due argomenti che non vanno sempre d’accordo, a meno che, spesso non sia il prezzo a metterli d’accordo ma non sempre il gioco vale la candela. Solitamente i materiali prediletti sono Cordura e Goro-tex in quanto l’impermeabilità deve ancora affrontare la resistenza dell’aria quando si è in movimento. Non è raro che si verifichino strappi con materiali troppo leggeri. Altri fondamentale capitolo strettamente legato all’impermeabilità è l’aderenza della tuta antipioggia al corpo. Non deve essere troppo “comoda” in quanto il movimento, delle parti della tuta, per l’effetto dell’aria che la colpisce causa agitazione del bagnato sulle superfici e la possibilità che questo si insinui fin sotto la tuta anche quando il capo è ben realizzato per evitare qualunque infiltrazione.
Lo spazio per la tuta
A questo punto abbiamo tutto quello che ci serve. Ci rendiamo conto, quindi, dello spazio che tutto questo occupa. Verificate il meteo, qualora non ci sia traccia di perturbazioni e la stagione sia quella estiva, è sicuramente possib8ile lasciare a casa qualcosa. Se invece ci troviamo in autunno ed inverno e le previsioni sono variabili, il suggerimento è quello di non rinunciare alla tuta al completo, trovate invece il modo di aggiungerla evitando che rubi spazio al bagaglio standard del vostro viaggio. Un ottimo consiglio, riscontrato più di una volta nella pratica, è di dedicare alla tuta un suo specifico zainetto (a sua volta impermeabile) che possa essere agganciato alla moto in posizione protetta, sicura e confortevole senza togliere spazio al passeggero o al contenuto del bauletto o delle valigie.
La durata
C’è un elemento fondamentale che raramente viene considerato: la resistenza dell’efficacia dell’impermeabilizzazione nel tempo.
Una qualunque tuta, completa di tutti i gadget e correttamente indossata, può essere molto affidabile ma il tempo è un fattore fondamentale da tenere a mente. Più trascorre il tempo alla guida di una moto sotto la pioggia, più si alza il valore della probabilità che movimenti, variazioni sull’assetto di guida, sobbalzi, necessità di girare la testa e moltissimi altri fattori, possano far sì che la perfetta vestizione si incrini e si possano aprire pericolose falle nell’immacolata impermeabilizzazione data da materiali e componenti.
Per noi vale la regola che: in un tempo abbastanza lungo la probabilità di rimanere asciutti scende a zero. Per questo, in qualunque condizione vi troviate nel vostro viaggiare in condizioni di pioggia, fate sì che questo duri meno possibile.
Buona fortuna!